martedì 19 marzo 2013



La musica dei monti Appalachi

 



Dopo i nativi americani, i primi ad insediarsi nella zona est degli U.S.A. furono coloni e pionieri emigrati dall’Europa, provenienti prevalentemente dalle Isole Britanniche.

Questi pionieri si stanziarono nell’area dei monti Appalachi meridionali, situati nell’entroterra della costa atlantica, dove diedero vita a piccole comunità rurali che rimasero sostanzialmente isolate ed indipendenti rispetto ai grandi centri industriali ed urbani almeno sino al XIX secolo inoltrato.

La musica dei Monti Appalachi si sviluppò, come già era avvenuto in Europa, principalmente come musica per la danza, essendo usata essenzialmente nelle feste contadine, per festeggiare gli avvenimenti tipici del lavoro della terra come la mietitura e la sgranatura.

La musica era una delle fondamentali risorse espressive e ricreative condivise e disponibili a tutti i componenti della comunità. Ogni individuo era in grado di suonare almeno uno strumento e i vecchi canti costituivano un patrimonio comune. L’espressione musicale era quindi intesa come una attività creativa e ri-creativa sia livello comunitario che individuale.

All'inizio si riproduceva e si rielaboravano antiche ballate e canzoni inglesi – inizialmente eseguite da voce sola e successivamente arricchite dall’accompagnamento di uno o più strumenti – e della musica popolare per violino (fiddle), che erano melodie e danze originarie delle isole britanniche.

Per un lungo periodo questa regione rimase isolata dal resto dell’America progredita ed industrializzata.

Questo isolamento contribuì a preservare fino agli anni ‘20 il patrimonio musicale dei primi pionieri europei tramandando di generazione in generazione, attraverso la tradizione orale, i diversi brani nella loro forma originaria.

Dopo, dalla seconda metà del XIX secolo le tradizioni musicali delle comunità rurali sud-appalachiane cominciarono ad incontrare, rielaborare ed assimilare influenze musicali diverse, provenienti da quell’enorme crogiolo di culture e di razze conosciuto con il termine melting pot. Dopo l’abolizione della schiavitù e la conseguente emancipazione degli neri, il contatto con la cultura musicale afro-americana determinò un processo di osmosi culturale con la musica tradizionale nera, soprattutto nella zona del Piedmont (zona che abbraccia la parte meridionale del West Virginia, la parte occidentale del West Virginia, delle Caroline e il nord della Georgia).

 Il Piedmont blues (o East Coast blues) grazie all'influenza del folklore bianco, si è sempre distinto e caratterizzato per la sua dolcezza e raffinatezza, ben lontano dall'asprezza e dal furore drammatico del Mississippi blues.

Nel Mississippi questo scambio reciproco di culture musicali non fu così forte e marcato (era la tradizione nera che influenzava maggiormente la musica rurale bianca), anche se non mancarono le eccezioni . 

Inoltre ci fu l’assunzione di nuovi strumenti a corda come il banjo e la chitarra, il dulcimer, (derivato dalla cetra europea) l'autoharp (derivata dall'arpa), il mandolino e come percussioni, i cucchiai e la washboard (asse per lavare) che, affiancati al violino popolare, diedero vita alle cosidette string bands, nonché l’introduzione di elementi ritmici, melodici e sonori innovativi.

A seguito delle registrazioni effettuate dalla fine dell'800, dapprima da ricercatori etnico-musicali poi dai primi talent-scout delle case discografiche, questa musica si diffuse nel resto degli Stati Uniti grazie alle radio prendendo il nome di Old Time Music. Nei primi decenni del '900, l’Old Time Music inizio una evoluzione che diede vita a nuovi generi musicali come il Bluegrass negli anni '30, la canzone sindacale negli anni '30 e '40, la Country Music a partire dagli anni '50, fino ad arrivare al Folk Revival, che negli anni '60 mise in luce un giovane autore che da lì inizio la strada che rivoluzionò la musica moderna: Bob Dylan.











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