La musica dei monti Appalachi
Dopo i nativi americani, i primi ad insediarsi nella zona
est degli U.S.A. furono coloni e pionieri emigrati dall’Europa, provenienti
prevalentemente dalle Isole Britanniche.
Questi pionieri si stanziarono nell’area dei monti Appalachi meridionali, situati
nell’entroterra della costa atlantica, dove diedero vita a piccole comunità
rurali che rimasero sostanzialmente isolate ed indipendenti rispetto ai grandi
centri industriali ed urbani almeno sino al XIX secolo inoltrato.
La musica dei Monti Appalachi si sviluppò, come già era
avvenuto in Europa, principalmente come musica per la danza, essendo usata
essenzialmente nelle feste contadine, per festeggiare gli avvenimenti tipici
del lavoro della terra come la mietitura e la sgranatura.
La musica era una delle fondamentali risorse espressive e
ricreative condivise e disponibili a tutti i componenti della comunità. Ogni
individuo era in grado di suonare almeno uno strumento e i vecchi canti
costituivano un patrimonio comune. L’espressione musicale era quindi intesa
come una attività creativa e ri-creativa sia livello comunitario che
individuale.
All'inizio si riproduceva e si rielaboravano antiche ballate
e canzoni inglesi – inizialmente eseguite da voce sola e successivamente
arricchite dall’accompagnamento di uno o più strumenti – e della musica
popolare per violino (fiddle),
che erano melodie e danze originarie delle isole britanniche.
Per un lungo periodo questa regione rimase isolata dal resto
dell’America progredita ed industrializzata.
Questo isolamento contribuì a preservare fino agli anni ‘20
il patrimonio musicale dei primi pionieri europei tramandando di generazione in
generazione, attraverso la tradizione orale, i diversi brani nella loro forma
originaria.
Dopo, dalla seconda metà del XIX secolo le tradizioni
musicali delle comunità rurali sud-appalachiane cominciarono ad incontrare,
rielaborare ed assimilare influenze musicali diverse, provenienti da
quell’enorme crogiolo di culture e di razze conosciuto con il termine melting
pot. Dopo l’abolizione della schiavitù e la conseguente emancipazione
degli neri, il contatto con la cultura musicale afro-americana determinò un
processo di osmosi culturale con la musica tradizionale nera, soprattutto nella
zona del Piedmont (zona che
abbraccia la parte meridionale del West Virginia, la parte occidentale del West
Virginia, delle Caroline e il nord della Georgia).
Il Piedmont blues (o East Coast blues) grazie
all'influenza del folklore bianco, si è sempre distinto e caratterizzato per la
sua dolcezza e raffinatezza, ben lontano dall'asprezza e dal furore drammatico
del Mississippi blues.
Nel Mississippi questo scambio reciproco di culture musicali
non fu così forte e marcato (era la tradizione nera che influenzava maggiormente
la musica rurale bianca), anche se non mancarono le eccezioni .
Inoltre ci fu l’assunzione di nuovi strumenti a corda come
il banjo e la chitarra, il dulcimer, (derivato dalla cetra
europea) l'autoharp (derivata dall'arpa), il mandolino
e come percussioni, i cucchiai e la washboard (asse
per lavare) che, affiancati al violino
popolare, diedero vita alle cosidette string
bands, nonché l’introduzione di elementi ritmici, melodici e sonori
innovativi.
A seguito delle registrazioni effettuate dalla fine
dell'800, dapprima da ricercatori etnico-musicali poi dai primi talent-scout
delle case discografiche, questa musica si diffuse nel resto degli Stati Uniti
grazie alle radio prendendo il nome di Old Time Music.
Nei primi decenni del '900, l’Old Time Music inizio una evoluzione che diede
vita a nuovi generi musicali come il Bluegrass
negli anni '30, la canzone sindacale negli anni '30 e '40, la Country Music a partire dagli anni
'50, fino ad arrivare al Folk
Revival, che negli anni '60 mise in luce un giovane autore che da lì
inizio la strada che rivoluzionò la musica moderna: Bob Dylan.
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