martedì 26 luglio 2016

Pearl Jam - Do the Evolution




I'm ahead, I'm a man
I'm the first mammal to wear pants, yeah
I'm at peace with my lust
I can kill 'cause in God I trust, yeah
It's evolution, baby

sabato 16 luglio 2016

Manglehorn






Angelo Manglehorn (Al Pacino) possiede una ferramenta dove lavora come fabbro. L'esistenza di Manglehorn procede monotona: vive con la sua adorata gatta in un appartamento spoglio, abbandonato a sé stesso.
L'anziano protagonista si trascina un dolore che lo rode da tempo, inducendolo a sbarrare ogni porta, lasciando fuori sostanzialmente la vita, con tutto ciò che vi si trova al proprio interno. Alla base della sofferenza di Angelo vi è il rimpiato per qualcosa di cui molto probabilmente si sente responsabile. Un vecchio amore forse, basti pensare alle continue lettere che scrive a Clara. La sua Clara.


Per tenere in vita il ricordo, Manglehorn ha da tempo stabilito che bisogna eliminare tutto il resto; così totalizzante è il pensiero di Clara.
Il film di Green diventa dunque la cronaca di una risalita, a tratti disincatata, cinica e pure un po' monotona, tanto che in alcuni frangenti si cerca di compensare alla bassa intensità con il ricorso a racconti, frammenti di ricordi del passato. Espediente che risulta molto funzionale in particolar modo per approfondire la personalità del protagonista, il cui retaggio rimane per lo più avvolto da fitte nubi. 


Quel che è certo è che il vecchio è stato un mago, di quelli che però hanno smarrito la propria arte; non il suo tocco, che a conti fatti lascia aperto lo spiraglio ad ogni possibile cambiamento. 


Sempre attento a non perdere di vista la storia, così come coloro che ne fanno parte, David Gordon Green tiene fede alla sua capacità, condivisa con altri cineasti indipendenti americani, di tirare fuori il più possibile da una qualunque vicenda, andando al cuore della stessa.
Senza false ipocrisie o aggiustamenti di sorta.
Magico, com'è giusto che fosse.



Giorgio Canali & Rossofuoco - Ci Sarà


domenica 10 luglio 2016

Townes Van Zandt - Pancho and Lefty (1983)


"Living on the road my friend
was gonna keep you free and clean
now you wear your skin like iron
your breath’s as hard as kerosene
you weren’t your mama’s only boy
but her favorite one it seems
she began to cry when you said goodbye
and sank into your dreams"

Tom Horn






Tom Horn è stato sicuramente una figura emblematica degli ultimi violenti anni della Frontiera. Era nato a Memphis, nel Missouri, il 21 Novembre del 1860. Il padre coltivava la terra e voleva fare di Tom un buon agricoltore americano, ma il ragazzo imparò piuttosto bene a maneggiare le armi e dimostrò un’ottima mira col fucile. Dopo i litigi continui col padre abbandonò la sua casa per intraprendere, adolescente, una vita avventurosa ed errabonda nel West. Iniziò giovanissimo a lavorare per le ferrovie facendo il sorvegliante, poi a 17 anni fu reclutato dall’esercito come scout, buon conoscitore com’era degli Apache Chiricahua di cui aveva appreso il gergo. Esploratore, bounty-killer, agente investigativo per la nota Pinkerton Detective Agency, reduce delle guerre Apache, viaggiatore e cercatore d’oro.


L'opera di William Wiard, datata 1980 è un western crepuscolare che si è  guadagnato con il tempo una notevole popolarità, nonostante sia rimasto per troppi anni sconosciuto alla maggior parte del pubblico. Un film che porta sul grande schermo un personaggio, interpretato ottimamente da un McQueen quì alla sua penultima prestazione. Il protagonista di Getaway e Papillon veniva da un periodo di stallo dovuto a una lunga fase di abuso d’alcol e droghe, che lo aveva portato ad allontanare chi gli stava intorno e infine a entrare in una spirale di depressione e auto-alienazione. 


Quando iniziò le riprese di Tom Horn, sapeva già che stava morendo.  Nel 1979, infatti, gli fu diagnosticato un tumore della pleura associato tendenzialmente all’esposizione all’amianto. Sarà forse per questo che ogni primo piano del volto, solcato da profondi segni e rughe non dettate dall’età ma dal vissuto dell’attore, ogni smorfia e sorriso, sembra segnato da malinconica consapevolezza.