domenica 17 marzo 2013



Jack Rose


Jack Rose è stato un chitarrista statunitense scomparso a solo 38 anni per infarto, il 5 dicembre del 2009. Aveva fatto parte della band sperimentale Pelt  per poi incidere come solista album meravigliosi come Red Horse,White Mule(2002), Opium Musick”(2003), “Raag Manifestos”(2004) e l’omonimo “Jack Rose”(2006).
Il suo è un lungo viaggio nelle radici più profonde, nei suoni primitivi dell’America rurale.
Un flusso di coscienza che trova nel fingerpicking un mezzo per esplorare e mischiare blues, country , hillbilly, ragtime e raga indiano.
Nel 2007, in una inter­vista, definì la musica amer­i­cana antecedente alla sec­onda guerra mon­di­ale, unica fonte di ispi­razione dei suoi ultimi lavori.

 “Ebbi modo d’incontrarlo Jack Rose. Uno squallido organizzatore, durante quel tour, l’aveva abbandonato sugli appennini tosco-emiliani a piedi, e con la chitarra sulle spalle. Jack se l’era fatte tutte quelle vallate per suonare la sera stessa. Nonostante le gambe gli duolessero, le mani scivolavano sullo strumento con la stessa sorprendente lentezza di un treno dell’Alabama degli anni trenta visto dagli occhi di un bambino di colore. 
Era inconfondibile quello stile blues pieno di tecnica mai così discretamente nascosta.
Morire a 38 anni improvvisamente è qualcosa a cui non ci si abitua. Lasciare un’eredità nell’olimpo dei chitarristi visionari è un dono che solo pochi illuminati possiedono. 
Il Jack Rose che conobbi si muoveva come un guerriero solitario nella notte, impugnava la chitarra come un’arma segreta.
Sapeva di essere al centro di una trappola: le distese infinite dei campi di grano di John Fahey, e le combinazioni misticheggianti di Robbie Basho.
Jack Rose si trovava nel loro mezzo come in una bufera: li mescolava, utilizzava le ritmiche del primo sulle scale raga del secondo, ma la sua musica si privava del misticismo dei suoi padri spirituali.”
(Salvatore Borrelli)




1 commento:

  1. "le mani scivolavano sullo strumento con la stessa sorprendente lentezza di un treno dell’Alabama degli anni trenta visto dagli occhi di un bambino di colore."
    Ecco io voglio dì, un'è che si nasce tutti scrittori, alcuni non sono portati. Questa scarica di melassa m'ha fatto venì il diabete

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