lunedì 8 aprile 2013



A sangue freddo (1967)


In una notte di novembre del 1959 due giovani, Perry Edward Smith e Richard Eugene Hickock, usciti di carcere in libertà vigilata, fidandosi di una vaga informazione relativa all'esistenza di una cassaforte in casa di un agricoltore, si dirigono ad Holcomb, la città dove questi vive con sua moglie e due figli. Penetrati nella casa, dopo aver cercato invano il denaro, Smith ed Hickock uccidono l'intera famiglia per nulla.
Inizia cosi' la loro fuga mentre la polizia brancola nel buio, non trovando alcun movente al delitto.
Basandosi su questo fatto di cronaca realmente accaduto, Truman Capote pubblicò il romanzo-inchiesta dal titolo “A sangue freddo” costato sei anni di lavoro, che gli diede la fama. 
Il romanzo è stato scritto sulla scorta di una assidua frequentazione dei protagonisti reali della vicenda e segnò talmente l'esperienza artistica ed umana di Capote da rimanere l'ultima sua opera portata a termine.
Il regista Richard Brooks ne ricavò un film asciutto, intenso, implacabile, girato nei luoghi reali, compresa la casa del delitto. Fotografato in uno splendido bianco e nero da Conrad Hall è un'opera che sconcerta ancora oggi a quarant'anni di distanza.
Il film è una discesa nelle tenebre del cuore umano, all’inutile ricerca di un senso che non c’è. 



"Medici e avvocati, che gliene frega? Hai mai visto un miliardario sulla sedia elettrica, tu? Manco per cavolo. Le leggi sono due, bello mio, una per i ricchi e una per i poveri!"

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