sabato 30 gennaio 2016
Indian
Indian – La grande sfida, racconta la storia vera di Burt
Munro (interpretato da un ottimo Anthony Hopkins), un settantaduenne
neozelandese impegnato a realizzare un sogno lungo venticinque anni: battere il
record mondiale sulla sua motocicletta Indian Scout nelle saline di Bonneville,
Utah, nel 1963. Munro ricostruisce e modifica
la sua vecchia moto, progettata nel 1920 per non superare i 60 km/h,
raccoglie i fondi risparmiati, ipoteca la sua casa per finanziarsi il viaggio
dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti.
Burt Munro nacque nel 1899 a Invercargill, una città nel sud ovest della Nuova Zelanda.
Nel 1915 acquistò una motocicletta che affiancò nel 1919 ad un sidecar.
Quest'ultima, privata del sidecar, venne utilizzata da Burt per i primi tentativi di record di velocità.
Nel 1920 acquistò la sua famosa Indian Scout che raggiungeva una velocità massima pari a circa 80 km/h.
Nel 1940 fissò un record di velocità neozelandese alla media di 194,4 km/h. Per diversi anni partecipò a moltissime gare in Australia e Nuova Zelanda fino al 1941 anno in cui non poté usare la motocicletta per quasi un anno a causa di un grave incidente nel quale sbatté violentemente la testa e si procurò un'emorragia cerebrale.
Il sogno di Munro era quello di gareggiare sul lago salato di Bonneville Speedway e negli anni '60, raccolti i fondi grazie anche ad amici ed appassionati, riuscì nell'opera.
Dopo svariati tentativi, guasti meccanici e gravi cadute riuscì a stabilire tre record omologati dall'A.M.A. (American Motorcyclist Association). Nel 1967, con il motore portato a 950 cm³ ottenne il record di classe (cilindrata inferiore a 1000 cm³) alla velocità di 295,5 km/h, e durante le qualifiche fu cronometrato a 305,9 km/h, la velocità ufficiale più alta mai registrata con una Indian.
Burt perse la licenza per correre nel 1975 a causa dei suoi problemi fisici e cardiaci e da allora in poi partecipò solo a gare clandestine. Morì nel 1978 all'età di 79 anni.
mercoledì 27 gennaio 2016
Winsow Homer
Nato a Boston, svolge la sua prima attività come illustratore,
imparando il mestiere direttamente in una bottega di litografie.
La sua
abilità, sviluppata soprattutto come autodidatta, gli consente di essere uno
dei testimoni diretti della guerra civile: al fronte realizza illustrazioni di
soldati e scene di battaglia che gli danno un considerevole riconoscimento
pubblico.
La sua attività come acquerellista inizia dal 1873, dopo il suo
soggiorno di un anno a Parigi. Lì entra in contatto con gli impressionisti ,
conosce la scuola di Barbizon, ed è molto influenzato dalla pittura di
Millet.
I suoi acquerelli comunicano una forte espressività, nonostante la
varietà dei soggetti e la diversa tecnica che utilizza in vari periodi della
sua vita.
A parte il periodo parigino e un soggiorno di due anni in
Inghiterra, la sua attività si svolge prima a New York e poi nel Maine, sulle
rive dell'Atlantico.
I temi riguardano, in periodi successivi, soggetti
bucolici con meravigliose figure femminili e bambini; in Inghilterra, dove
l'acquisita raffinatezza e maestria tecnica, frutto anche dell'influenza
pittura inglese dell'epoca, approfondisce paesaggi marini, e villaggi di
pescatori .
Infine, negli ultimi anni della sua vita, sviluppa temi relativi al
rapporto e alla lotta uomo-natura.
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