The Northman è la terza pellicola di Robert Eggers, uno dei registi più importanti e riconoscibili del panorama del cinema indie nordamericano. La prima lontano dalla A24 e con dietro un budget di circa 100 milioni di dollari, sinonimo di premesse commerciali e produttive assolutamente inedite per un autore che ha fatto dell'esaltazione della libertà autoriale il suo cavallo di battaglia, nonché la chiave del successo della sua carriera.
Suo il compito di concepire un film in grado di trovare un'armonia a tratti molto delicata, perciò la decisione di affidarsi ancora una volta agli archetipici del racconto mitologico e folkloristico, su cui ha trovato sempre una base forte su cui costruire le sue impalcature colte, primordiali e filologicamente curatissime.
Ne esce una pellicola epica e mozzafiato in cui il regista si pone come un direttore d'orchestra in grado di far suonare una melodia coerente a tutti gli elementi della sua complessa quanto potente visione cinematografica che abbozza solamente davanti all'incontro con la sua parte popolare e accusa una visione americanocentrica durante il suo sviluppo, specialmente nelle parte risolutiva del discorso uomo e destino.
Una violenta, primordiale e sanguinosa marcia funebre di un'intera era, che ha l'ambizione di mettere in discussione il passato per provare ad ipotizzare un futuro che può nascere, se nascerà, solo con la sua morte.
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