George Grosz nacque nel luglio del 1893 a Berlino e si avvicinò alla pittura in modo significativo a seguito degli eventi bellici della prima guerra mondiale. Il particolare clima creato dalla guerra andò sviluppando in Grosz una nuova ed originale espressività. Egli coglie tutto l'orrore della carneficina che si sta consumando sui campi di battaglia in Europa e ne dà un'implicita rappresentazione nei suoi quadri. Milioni di soldati proletari vanno arricchendo con il loro sacrificio latifondisti, fornitori di grano e grandi produttori d'armi, come i Krupp in Germania, muoiono in silenzio nel fango delle trincee, o tra i compagni poco prima caduti in un assalto.
Grosz aderisce al movimento dadaista, che
era stato introdotto a Berlino nel 1918. Egli utilizzò il Dada berlinese
come arma cruda e inquietante di denuncia del militarismo e della
borghesia della Germania prenazista. Sul piano etico ed estetico il Dadaismo era
infatti un movimento rivoluzionario, che si proponeva come la dissacrazione
dei valori ricca borghesia, con il suo piacere per un'arte accademica e
conformistica. Dopo aver costituito con Otto Dix il gruppo Nuova
oggettività e aver illuminato, con un'analisi spietata, l'avidità
di potere dei ceti dirigenti, nascosta sotto la maschera della
rispettabilità, all'avvento del nazismo vide le sue opere sequestrate ed
esposte alla mostra dell'arte degenerata.
Grosz nella prima mostra Dada organizzata a Berlino - dove figurano anche
opere di Marx Ernst e Otto Dix - espone la raffigurazione
satirica di un pupazzo con sembianze di soldato tedesco con la testa di maiale.
Il fatto causerà la reazione indignata delle istituzioni, che giudicano tale
gesto come oltraggio all'onore del Reich, condannando l'artista a pagare
un' ammenda. Grosz fonda nel frattempo alcune riviste politico
satiriche "Die Pleite " e "Der blutige Ernst
" tutte in ambito dadaista e ne cura personalmente le
illustrazioni.
La sconfitta della guerra nel 1918 e il crollo del sistema
autoritario dell' impero in Germania fanno precipitare la borghesia
in una crisi profonda, essendo ancora essa legata ai valori del nazionalismo
pangermanico, Questo falso idealismo viene attaccato dagli artisti
tedeschi negli anni '20; essi rifiutano in blocco la cultura autoritaria e
classista che, con la guerra, aveva fatto sprofondare le classi meno abbienti
nel baratro della miseria. L'impegno bellico, mentre ha arricchito i ceti più
abbienti, ha distrutto le classi medie. L'inflazione in Germania nel dopoguerra
sale a dismisura e i salari non tengono il passo dei rincari: fino alla crisi
del marco che culminerà con la disastrosa svalutazione del 1923.
Oltre a Grosz operano nel filone del "verismo sociale" anche artisti come Max Beckmann, Otto Dix, Otto Griebel, che formano l'associazione degli artisti rivoluzionari tedeschi legata al partito comunista. Essa, nata nel 1928, cerca di spingere il verismo sociale ancor più in una direzione politica e rivoluzionaria, ma, nonostante il successo iniziale, nel 1933 l'insediamento di Hitler al potere pone il gruppo fuori legge, e molti dei suoi membri sono costretti a fuggire o finiscono perseguitati.
Otto Dix è allontanato dall’Accademia di Dresdae nel ’37 alcune sue opere, confiscate, sono esposte assieme ai dipinti dell’amico Grosz alla mostra nazista di Monaco di Baviera sulla cosiddetta Entartete Kunst, arte degenerata, quell’arte che non si ispira agli ideali del Führer e che quindi viene violentemente disprezzata. Nel 1939 Dix viene arrestato dalla Gestapo e sarà liberato solo con la caduta di Hitler e la fine della guerra; non andrà meglio a Grosz che, dopo essere fuggito in America nel 1933 ed essere rientrato in Germania solo nel 1958, muore a Berlino, ubriaco, per una caduta dalle scale.
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