La cura del
benessere è un incubo stratificato , onirico che trasmette le inquietudini e le
angosce del Polanski più cupo, tra figure e immaginari rimessi al mondo da
Dario Argento e Mario Bava.
Il protagonista
è un giovane rampante di una società finanziaria, parte da New York e arriva
tra le montagne svizzere, convinto di persuadere in poco tempo il suo capo a
ritornare negli States dopo che
ha mollato tutto rifugiandosi in una clinica che sembra poter rigenerare il
benessere delle persone. Ma le cose vanno diversamente, e ben presto, dopo un
incidente e vari esami che manifestano valori preoccupanti, il protagonista si
ritroverà anche lui nella condizione di paziente dell'istituto .
Piscine,
bagni turchi, giardini, acqua da bere in grande quantità per purificarsi e
abituarsi all'altitudine; stanze e luoghi misteriosi e inaccessibili.
Verbinski ordisce nervature e tensioni, pieni e vuoti della trama, ne registra incastri e mancanze, le attese e i rimandi; tira i personaggi come fossero corde, trasforma il set in un universo narrativo destabilizzante, in una assurda, grande macchina del tempo, fino a un finale che straborda, mostruoso.
La cura dal benessere è una storia di grande impatto visivo (notevolissimo il lavoro alla fotografia di Bojan Bazelli) e con una narrazione tanto avvincente quanto deformante che ci
consegna una riflessione acuminata
sul nostro presente.
Nessun commento:
Posta un commento