giovedì 6 giugno 2013






Pokey LaFarge

 
Direttamente da St. Louis, Missouri ecco uno dei più interessanti revivalisti dei suoni di una Early America che in questi anni stanno avendo grande eco tra gli appassionati di roots music di entrambi i lati dell’oceano.
Paiono personaggi del "Furore" steinbeckiano, Pokey LaFarge e i suoi South City Three, quattro hobo in viaggio su di un treno merci verso l'assolata California, in una nuova, neanche poi tanto, immaginaria Grande Depressione.
Con loro portano una collezione di canzoni che tratteggiano con sagacia l’amore per il ragtime, le jug bands e l’old time music più ruspante. E dal passato i nostri attingono sonorità e tematiche, rileggendole attraverso un ruspante impasto acustico a base di jazz primigenio, western swing e country blues.
Kazoo, armonica e washboard fanno la parte del leone e caratterizzano un repertorio in larga parte originale ma che sembra uscito da una vecchia incisione degli anni venti o trenta.


Se figura centrale intorno alla quale ruota l'intera esibizione è il sempre più istrionico Pokey LaFarge, i South City Three non si limitano tuttavia al mero accompagnamento, ritagliandosi in più d'un occasione il proprio spazio. Adam Hoskins può così dare sfoggio della propria tecnica chitarristica, mentre il pulsare insistente del contrabbasso di Joey Glynn crea il tappeto ritmico perfetto per le evoluzioni all'armonica di Ryan Koening che, destreggiandosi anche alla washboard e al rullante, è l'autentico jolly del trio.


Una musica, quella del quartetto del Missouri, senza tempo, che pare trovare sulle assi del palcoscenico la sua vera ragion d'essere. D'altronde la loro, citando lo stesso Pokey LaFarge, "it's not retro music, it's American music that never died".




 


 





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