venerdì 13 gennaio 2023

Dischi nella tomba: Rudimentary peni - Cacophony (1988)

 In retrospettiva il gruppo piu` importante del punk estremista inglese e` forse quello dei Rudimentary Peni. Capitanato da un vero e proprio ossesso, Nick Blinko, questo trio di Londra (Jon Greville alla batteria e Grant Matthews al basso) si distinse dalla massa dei gruppi hardcore non tanto per la violenza e la brevita` dei propri brani (peraltro davvero difficili da battere), ma per l'assoluta essenzialita` della loro musica, per la varieta` dei ritmi e per un incidere generalmente piu` melodico della media.


I primi due EP costituiscono un assalto frontale senza molti rivali. Rudimentary Peni (Outer Himalayan), registrato nel 1981, contiene ben dodici pezzi, uno piu` fulmineo e assordante dell'altro In anthem grezzi e virulenti come Media Person, B-Ward, Hearse e Play Blinko accelera maniacalmente il "ramalama" di Joey Ramone e le invettive di Johnny Rotten e li deforma con le sue particolari bizzarrie gutturali, a meta` fra un licantropo in calore e uno sciamano pellerossa. I Rudimentiry Peni non sprecano un secondo di musica, e questo puo` dare l'impressione di una certa monotonia, ma in realta` c'e` molta piu` varieta` di quanto sembri, e in brani come Teenage Time Killer e Him Hymn e` la chitarra a movimentare l'armonia con riff insoliti.

 E ogni pezzo ha una sua precisa identita`. Per tutto il disco continua ad emergere il tema di un esoterismo "nero" (in Gardener tentano persino una specie di raga-punk).

Un anno dopo il secondo EP, Farce (Crass), colpi` con la stessa efferatezza: Sacrifice e` uno dei rock and roll piu` esagitati di sempre, doppiato da Cosmic Plague, Il ritmo e` talmente vorticoso che talvolta Blinko deve urlare senza prendere fiato, con effetti vocali curiosi. L'esoterismo del disco precedente e` diventato un "malessere cosmico" all'insegna di un pervicace ateismo ("God Is nothing more than an obsessive lie" oppure "Death has begun and Jesus loves no one") e talvolta degenera in filastrocche ermetiche come quella di Farce o in deliri ossessivi psicopatici come Zero Again.
Death Church (Corpus Christi, 1983) compi` un ulteriore passo in avanti, cementando la reputazione dei Rudimentary Peni con una serie di brani improntati a un bislacco e blasfemo black humour (Vampire State Building, Alice Crucifies The Paedophiles).

I Rudimentary Peni continuarono a operare nell'underground, riuscendo raramente a registrare dischi. Ma ogni volta si tratto` di un fulmine a ciel sereno. E` il caso del loro capolavoro, Cacophony (Outer Himalayan, 1987), la loro opera piu` radicale e una delle piu` radicali del punk-rock britannico di sempre. Portando all'esasperazione il loro metodo frammentario, i titoli della versione originale erano ben cinquanta. Molti sono soltanto degli spunti, per quanto geniali (vedi l'inno gotico di Sarcophagus), e spesso delle bizzarrie canore a ritmo marziale (come gli ansimi pulsanti di Dead Loved o il conciliabolo di American Anglophile), ma altri risultano molto piu` musicali di qualunque altra cosa avessero mai fatto. Qualche brano impiega delle melodie regolari e in particolare i brani strumentali mettono in pista delle singolari "fusion" di Sonic Youth, Public Image Ltd, Joy Division (soprattutto Evil Clergyman) e finanche di "grunge" (Brown Jenkin).


Che il punkrock sia sempre in agguato lo dimostra l'epilettica Crazed Couplet, in cui una voce blatera in un registro da gargarismo mentre l'altra batte il ritmo con grida forsennate. Ma a dominare il disco e` un tono farsesco, che fa rivivere la follia "patafisica" dei Pere Ubu nel grottesco balletto di Periwig Power e la pantomima espressionista dei Residents nell'excursus esotico di Beyond The Tanarian Hills; per non parlare di Beefheart, il cui bluesrock lunatico ispira il pow-wow puerile di The Only Child e il rockabilly lascivo di Lovecraft Baby. Cocophony e` in effetti un'operetta da vaudeville, ma di un vaudeville "nero", una serie di scene di un magniloquente Grand Guignol che traboccano di black humour. Cacophony e` in effetti un po' l'Unnagumma o il Trout Mask Replica del punk britannico.



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