Il primo lungometraggio animato è considerato il perduto El Apóstol dell'italo-argentino Quirino Cristiani (1896-1984), ma tra quelli rimasti il primato risulta essere de Le avventure del principe Achmed (1926) della animatrice tedesca Lotte Reininger (1899-1981). Il film, una fiaba, è molto particolare per l'utilizzo di contorni figurativi chiamati silhouette (già utilizzato in ambito pre-cinema). In questo modo viene dato al film, attraverso un uso sapiente e particolare del colore, uno sfondo da sogno.
L'animazione non si basa su disegni, ma su figure di
carta ritagliate appositamente e filmate a passo uno. La tecnica utilizzata è quindi simile a quella del
teatro di ombre della tradizione Wayang Kulit, laddove le silhouettes qui non sono manipolate
dal vivo, ma fotografate inquadratura per inquadratura.
Si tratta del primo film animato in assoluto in cui una donna ebbe un enorme successo
in un campo quasi interamente gestito da
uomini.
Per lungo tempo sono state in circolazione copie del film solamente in bianco e nero: quelle risalenti agli anni '50 e '60, a causa della estrema infiammabilità delle pellicole in celluloide, e per la scarsità di risorse finanziarie, venivano infatti realizzate solo in quel modo. Nel 1999, in occasione del centenario della nascita di Lotte Reiniger, i ricercatori dell'Archivio cinematografico di Francoforte ritrovarono nel National Film and Television Archive di Londra una copia positiva in Nitrocellulosa della pellicola, estremamente in buono stato nonostante i suoi 70 anni, che si riteneva essere una copia di prima mano del negativo originale. Questo ritrovamento, insieme all'utilizzo delle indicazioni presenti nella partitura musicale originale del film, hanno permesso la produzione, da parte del laboratorio di restauro cinematografico "L’Immagine Ritrovata“ della Cineteca di Bologna, di una versione correttamente colorizzata, che si ritiene essere molto vicina a quella della prima del film del maggio del 1926.
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