venerdì 3 dicembre 2021
Post-punk (1978-1984) - Simon Reynolds
Il post punk non è un «genere» come tanti, non è la diligente coda del punk, a cavallo tra due decenni, quando la rivoluzione è finita e i giochi sono fatti; è, al contrario, la musica e il tempo in cui tutto diventa possibile. I confini cadono, i divieti sono ignorati, le regole vengono sovvertite in una sperimentazione continua, selvaggia e colta insieme. Il post punk non è retromaniaco – per usare la categoria critica che lo stesso Simon Reynolds ha creato e che si è imposta come definizione della nostra epoca – ma è il «suono» del presente e delle sue possibilità infinite. Per questo motivo, a distanza di quarant’anni, ancora appassiona e influenza. La musica degli inglesi Joy Division, P.I.L., Gang of Four e Slits, degli americani Pere Ubu, Devo, Talking Heads e di altri gruppi noti e meno noti continua a essere fonte d’ispirazione per migliaia di artisti in tutto il mondo. Con Post punk Simon Reynolds scrive il suo libro più personale e coinvolgente, mostrando l’erudizione enciclopedica, la raffinatezza d’analisi e l’abilità divulgativa che ne fanno il critico musicale più importante della nostra epoca. I suoni e le emozioni, le speranze e l’euforia escono fuori da ogni pagina e ci invitano all’ascolto amorevole di una musica e di un tempo che non può essere ripetuto ma solo reinventato.
mercoledì 17 novembre 2021
Einstürzende Neubauten - Ascolta con dolore - Klaus Maeck
La Shake Edizioni meritoriamente ha dato alle stampe la traduzione italiana di Hör Mit Schmerzen/Listen with pain, seminale volume sugli Einstürzende Neubauten la cui prima edizione uscì nel 1989.
Questa versione italiana ha il pregio di riproporre, la maggior parte delle bellissime immagini dell’opera originaria, riprodotta fedelmente anche nei testi. Listen with pain nasce infatti come una collezione di scritti sul gruppo tedesco; commenti, brevi recensioni di concerti, frammenti di interviste si susseguono, fornendo una rappresentazione del progetto E.N. tramite molteplici punti di vista e riferimenti dei “narratori”.
Molto interessanti sono i racconti di alcuni dei concerti più particolari dei Neubauten, dal mitico festival nel deserto californiano, insieme a Mark Pauline che faceva esplodere carcasse di elettrodomestici, alla rappresentazione del musical Andi presso la Schauspielhaus di Amburgo, che di fatto riuscì a sdoganare i Neubauten sia presso l’intellighenzia alto-borghese teutonica, sia presso la stampa mainstream che recensì l’evento. Interessante anchela descrizione del tour giapponese, dove Blixa e soci furono accolti da folle di teenager adoranti e – soprattutto – furono filmati dando vita ad una pellicola di culto come Halber Mensch, per la regia di Sogo Ishii.
mercoledì 3 novembre 2021
Willliam Burroughs Jr - Speed (1970)
Provate voi a essere William Burroughs junior. Provate voi a essere figlio di William S. Burroughs e Joan Vollmer nell’America psichedelica degli anni sessanta.
Il fatto che fosse figlio di un padre famoso era certamente il minore dei suoi mali.
Un’infanzia feroce. Prima di nascere Billy già succhiava veleno: “Mia madre dev’essere stata una donna straordinaria. Per tutta la durata del mio sviluppo fetale, ogni giorno ha consumato abbastanza benzedrina da uccidere un cavallo, mentre mio padre si faceva tre colpi di eroina per riuscire a starle dietro“.
Il 6 settembre 1951, il padre sparò e uccise accidentalmente sua madre in una sfida ubriaca al "Guglielmo Tell". Mentre il padre rimase in Messico per sfuggire all'arresto, Billy andò a vivere con i nonni paterni.
A tredici anni Billy tornò dal padre che abitava a Tangeri, fu introdotto alla marijuana e subì diversi tentativi di violenza. La visita risultò una fallimentare tentativo di riabilitazione della loro relazione.
A quindici anni, sparò con un fucile accidentalmente al collo del suo migliore amico, provocandogli una ferita quasi fatale. Billy credette che il suo amico fosse morto e scappò di casa. Ma il compagno sopravvisse e la polizia stabilì che il ferimento non era di natura intenzionale. Tuttavia, questo fatto non passò inosservato nell'esclusiva comunità di Palm Beach, Billy ebbe un esaurimento nervoso e fu ricoverato per un periodo all'ospedale psichiatrico di St. Louis.
Burroughs jr divenne dipendente dalle anfetamine e ricorse a comportamenti criminali per ottenere false prescrizionie e fu presto arrestato. I problemi di fegato ed il suo alcolismo cronico portarono alla chiusura del matrimonio nel 1974 e nonostante la pubblicazione dei suoi romanzi, risultò sempre più alienato dagli amici e dalla famiglia e per lunghi periodi si persero completamente le sue tracce. Quando si presentò a Boulder, in Colorado , per visitare suo padre e Allen Ginsberg aveva l'aspetto di un "derelitto".
Il tre marzo del 1981, Burroughs fu trovato sdraiato, infreddolito e ubriaco in un fosso a lato dell'autostrada di DeLand, in Florida . Morì il giorno dopo a solo trentatre anni per cirrosi.
Speed è un romanzo autobiografico pubblicato nel 1970 dove viene narrata la vita di un tossicodipendente da anfetamine . Lo stile narrativo è diretto, burroughs descrive la sua turbolenta adolescenza nei bassifondi di New York, tra sbandati, droghe di ogni tipo, arresti e processi che gli valsero la difficile pubblicazione e la definitiva condanna all'oblio degli scrittori.
martedì 26 ottobre 2021
Re / Search William S. Burroughs - Brion Gysin
"Un genio: l'unico scrittore veramente geniale dell'ultimo dopoguerra". Così trent'anni fa Burroughs veniva definito da Norman Mailer.
Dopo aver ispirato tutte le correnti artistiche d'avanguardia, dal punk al postmodernismo, cresce finalmente una devota attenzione nei confronti dell'incredibile attività artistica di W.S. Burroughs.
Questo libro possiede l'indubitabile merito di rileggere "il demone" Burroughs a partire dai movimenti e dalle scene artistiche più radicali. Vengono così chiariti i suoi forti legami con le culture sperimentali e le avanguardie di tutto il mondo, oltre al senso della sua poetica in rapporto alle tematiche del cut-up e della pittura: l'ultima frontiera della sua ricerca comunicativa.
Non poteva mancare pertanto un doveroso tributo nei confronti di Brion Gysin, pittore visionario, già surrealista, amico e nume tutelare della stessa ricerca burroughsiana, qui riscoperto e tratteggiato con puntuale attenzione.
"Il suo folle genio è stato lo specchio perfetto del suo tempo" così lo ha descritto J.G. Ballard, qualche giorno dopo la sua morte.
lunedì 11 ottobre 2021
High Rise – Ben Wheatley (2015)
Correva il glorioso anno 1975 quando la fervida immaginazione del visionario scrittore J. G. Ballard – vate della fantascienza sociale grazie a opere seminali quali La mostra delle atrocità e Crash – partorì High Rise (Il condominio), spietata e grottesca satira sulle pericolose e inquietanti derive di un microcosmo abitativo i cui componenti si trovano a vivere una terribile involuzione specchio di una società già allora vicina al collasso totale.
Il grande successo di pubblico e il profondo impatto culturale esercitato dal romanzo fin dalla sua pubblicazione spinsero il produttore Jeremy Thomas a progettarne un ambizioso adattamento cinematografico, segretamente e disperatamente covato per oltre quarant’anni e sul quale si sono avvicendate personalità di grande spessore, tra cui Stanley Kubrick, Nicolas Roeg e Vincenzo Natali. Tuttavia è toccato a Ben Wheatley raccogliere la sfida alle soglie del 2013, affidandosi alla collaborazione della compagna sceneggiatrice Amy Jump per poter finalmente vedere rappresentate sul grande schermo le vicissitudini del dottor Robert Laing (Tom Hiddleston), fascinoso fisiologo inglese da poco trasferitosi in un imponente grattacielo facente parte di un avveniristico complesso residenziale progettato dall’architetto Anthony Royal (Jeremy Irons), con l’intento di replicare strutturalmente le stratificazioni della piramide sociale.
Ben presto, però, una serie di misteriosi incidenti e blackout iniziano a compromettere il già precario equilibrio dello stabile, dando vita a una guerra intestina fra le varie fazioni d’inquilini che vede i piani bassi, capitanati dal tecnico televisivo Richard Wilder (Luke Evans), ribellarsi allo strapotere delle élite asserragliate nei lussuosi attici, il tutto mentre gli istinti più feroci e primordiali iniziano a prendere il sopravvento su ciascuno dei residenti.
High Rise – La rivolta, appare come una delle trasposizioni filmiche più oneste e riuscite di un’opera letteraria che siano mai state realizzate, in particolare grazie alla felice intuizione di non concedersi alcuna eccessiva libertà interpretativa per seguire diligentemente la scansione narrativa dell’originale racconto ballardiano, rifiutando qualunque pretesa di adattamento in chiave postmoderna e mantenendo dunque l’originale e suggestiva ambientazione anni ’70, un passato/futuro dai fortissimi connotati techno–vintage riscontrabili tanto negli arredi quanto nella patinata fotografia pastello.
High Rise ci proietta in un doppio allucinante percorso: quello ascendente compiuto da Miller verso le sommità del grattacielo per ingaggiare la catartica lotta finale con l’architetto-demiurgo (rimando al Fredersen di Metropolis) e quella pericolosamente discendente di una civiltà in declino destinata a regredire allo stadio più ancestrale e animalesco sotto al peso dei propri vizi e delle proprie colpe.
La notte che bruciammo Chrome - William Gibson (1986)
Dieci racconti di un inconsueto, sconvolgente autore, che ha modificato tutti i parametri della moderna fantascienza. Con William Gibson nasce infatti il nuovo, appassionante filone del cyberpunk, un mondo abitato dai cowboys del computer e da mercenari biologicamente amplificati, un mondo ad alta tecnologia che, lanciato ormai verso nuovi orizzonti, supera i vecchi parametri della sf tradizionale per approdare su nuovi lidi. Una rinnovata sensibilità ai problemi creati dall'avvento delle intelligenze artificiali, illuminata da sprazzi di luce violenta, che ha fatto parlare di una nuova ondata di romanticismo venato di poesia ad altissimo voltaggio.
La Notte che Bruciammo Chrome pubblicata per la prima volta nel 1982, contiene la prima apparizione del termine “cyberspazio”, inventato proprio da Gibson. I protagonisti sono tre sognatori: i due hacker Bobby e Automatic Jack, che vogliono fare il colpo grosso, e Rikki, che desidera i costosi occhi artificiali delle dive e una carriera nel mondo dello spettacolo.