"Un genio: l'unico scrittore veramente geniale dell'ultimo dopoguerra". Così trent'anni fa Burroughs veniva definito da Norman Mailer.
Dopo aver ispirato tutte le correnti artistiche d'avanguardia, dal punk al postmodernismo, cresce finalmente una devota attenzione nei confronti dell'incredibile attività artistica di W.S. Burroughs.
Questo libro possiede l'indubitabile merito di rileggere "il demone" Burroughs a partire dai movimenti e dalle scene artistiche più radicali. Vengono così chiariti i suoi forti legami con le culture sperimentali e le avanguardie di tutto il mondo, oltre al senso della sua poetica in rapporto alle tematiche del cut-up e della pittura: l'ultima frontiera della sua ricerca comunicativa.
Non poteva mancare pertanto un doveroso tributo nei confronti di Brion Gysin, pittore visionario, già surrealista, amico e nume tutelare della stessa ricerca burroughsiana, qui riscoperto e tratteggiato con puntuale attenzione.
"Il suo folle genio è stato lo specchio perfetto del suo tempo" così lo ha descritto J.G. Ballard, qualche giorno dopo la sua morte.
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