Townes Van Zandt
L'impronta
lasciata da Townes Van Zandt sul terreno del songwriting,
texano in particolare e nord americano in generale, è davvero importante. Van Zandt incarna un archetipo di
folksinger dove radici country e blues s'innestano
nella figura del 'loner'.
Legato a Lightnin' Hopkins,
innamorato del talkin' blues, narra le sue storie
fatte di immagini quotidiane, con una strumentazione
essenziale, arrangiamenti lievi, a volte asciutti, scarni, ma i risvolti emotivi e lirici della sua
musica e della sua poetica, pure attraverso elementi così rigorosi, colpiscono
profondamente.
Townes Van Zandt nasce a Fort Worth, Texas,
nel 1944. Il padre, uomo d'affari nel
settore degli oli lubrificanti, gira l'America per lavoro e la famiglia lo segue:
Colorado, Montana, Minnesota, Illinois prima di
tornare in Texas. Van Zandt
si divide fra Houston e Austin.
Le
prime apparizioni in pubblico risalgono alla metà degli anni '60, i clubs si chiamano Sand Mountain, Jester Lounge e Old Quarter dove spesso
suona insieme al suo amico Guy Clark.
La scrittura folk, influenzata da Hank Williams, Lefty Frizzell (la più bella voce
della storia della musica country) e dal bluesman
texano Lightnin' Hopkins
(del quale conserverà parecchi classici in repertorio) rispecchia il suo
carattere schivo e riservato ma lascia spazio anche a visioni solari e positive. Dal 1968 -anno di pubblicazione di For The Sake Of The
Song- al
1973 registra sei dischi, tutti per la Poppy Records. Sarà l'unico
periodo in cui inciderà regolarmente album di studio, certamente il più importante dal
punto di vista musicale insieme al biennio 1977/1978. Il suo talento si è
orientato definitivamente verso una poetica malinconica e disillusa
tratteggiata delicatamente su un tessuto sonoro che tinge di blues il country texano, talvolta arricchito da atmosfere 'border' (esemplificate ad esempio in Poncho & Lefty) e da sobri arrangiamenti che attribuiscono alla
sua musica un lirismo ed un pathos indiscutibili. Illuminanti in questo senso High, Low And Between
(1972) e The Late Great Townes Van Zandt (1973).
Townes Van Zandt è ormai considerato in Texas come il punto di
riferimento di quella corrente di cantautori che comprende fra gli
altri i vecchi amici Guy Clark
e Jerry Jeff Walker, Willis Alan Ramsey e Ray
Willie Hubbard. Abita in
mezzo ai boschi in una casa di legno da lui stesso ristrutturata
ma la sua esistenza è segnata da continue crisi depressive che lo
portano a tentativi di suicidio, dall'alcolismo e dall'uso di droghe. Nel 1976 Emmylou Harris include Poncho
& Lefty nell'album Luxury Liner (la stessa canzone nel 1983 sarà n. 1 delle
classifiche country nell'interpretazione di Willie
Nelson e Merle Haggard) ed
il nome di Van
Zandt inizia a girare con una certa insistenza anche
fuori dai confini degli States senza tuttavia mai
conoscere il successo commerciale.
Tre
anni di inattività prima di tornare al lavoro per
merito di John M. Lomax
III, suo manager dal giugno del 1976, che gli restituisce fiducia e stimoli. Townes Van Zandt
si sposta a Nashville, firma per la Tomato Music
Company, etichetta indipendente di NewYork, e nel luglio del
1977 realizza Live At The Old Quarter, Houston,
Texas doppio album completamente acustico registrato nell'estate del 1973.
Il disco è la
summa delle sue esperienze artistiche che lo consacrerà definitivamente
come uno dei più grandi e rispettati folksinger della
sua generazione. Sogni, visioni, dolci ballate, talking
blues si alternano legati da un sottile sense of humor
in un coinvolgente dialogo con il pubblico.
L'anno successivo Van Zandt rientra in sala per registrare il suo più bel disco
di studio Flyin' Shoes.
L'album, inciso a Nashville, è splendidamente prodotto da Chips
Moman. L'ineccepibile lavoro
degli strumentisti, scelti personalmente da Van Zandt, gli arrangiamenti delicati e fluidi, la voce
evocativa e ispirata regalano un suono carico di dolcezza e sensibilità che si
distende in canzoni indimenticabili.
Durante gli anni '90 la sua discografia si
arricchirà soprattutto di album live (non tutti imperdibili) segno inequivocabile del sopravvento dei demoni
che lo hanno continuamente perseguitato, sulla sua vita interiore. Del resto
gli spettacoli dal vivo saranno in questi tempi la sua principale fonte di
sostentamento economico.
Van Zandt
muore tragicamente d'infarto il primo giorno del 1997 nella sua casa di Mt. Juliet nel Tennessee (per uno strano caso lo stesso giorno,
nel 1953, era scomparso uno dei suoi idoli, Hank
Williams).
Un suo degno discepolo può cessere considerato Steve Earle che a proposito di Townes si è espresso in questi termini:"Townes Van
Zandt is the best songwriter in the whole world and I'll stand on Bob Dylan's
coffee table in my cowboy boots and say that".
Nessun commento:
Posta un commento