Preservation Hall & New Orleans
La Preservation Hall, al
726 di St. Peter St. nel quartiere francese di New Orleans, è il bastione, il
tempio del jazz tradizionale. Ma la ex galleria d'arte è molto più che un
semplice museo dove clarinetti e banjo mantengono vive le radici del
jazz. La Preservation Hall Jazz Band deve il suo nome a questa sala
leggendaria; la band ha viaggiato in tutto il mondo diffondendo la loro
missione di alimentare e perpetuare la forma d'arte del jazz di New Orleans.
Suonata alla Carnegie Hall o al Lincoln Center, per la Famiglia reale
britannica o per il re della Thailandia, questa musica incarna uno gioioso
spirito immortale.
Fondata cinque decenni fa dal
musicista di tuba Allan Jaffe e da sua moglie, Sandra, per mettere in
mostra la musica, insieme alla Preservation Hall Jazz Band, composta da
musicisti veterani, la Spartan Hall è una palestra, un banco di prova, un
terreno sacro che, sotto la gestione del figlio dei Jaffe, il bassista e
bandleader Ben, è riuscita non solo a sopravvivere, ma anche a prosperare,
preservare, proteggere e far progredire il jazz tradizionale di New Orleans.
La ricerca del "vero
jazz" attirò molti nordisti a New Orleans negli anni '50 e '60. Due di
loro furono Alan e Sandra Jaffe, che arrivarono nel 1961, attratti dalla
cultura dinamica della città. Come nordisti, i coniugi Jaffe furono inorriditi
nel vedere il livello di segregazione nella città in quel momento. Alle persone
bianche e di colore veniva spesso vietato di ascoltare musica negli stessi
club, ed ai musicisti di razze diverse era vietato suonare insieme, attraverso
le leggi sui liquori e altre arcane misure.
Poco dopo il loro arrivo, la
coppia si riunì con altre persone che la pensavano come loro e che avevano
avviato un gruppo chiamato Society for the Preservation of Traditional New
Orleans Jazz. Jaffe, che era sia diplomato ad una scuola commerciale che un
musicista di fiati, pensava di poter combinare le sue conoscenze e il suo
talento per promuovere la musica che tanto amava.
Così riuscì a diventare il
manager del gruppo ed occasionalmente a suonare la tuba. Facendo le cose in
maniera più minimale possibile alla Preservation Hall, niente bevande, niente
cibo, niente sala da ballo, riuscì ad evitare la maggior parte delle leggi
segregative. Poco dopo, la band iniziò a registrare i suoi primi dischi e a
girare per il mondo.
Naturalmente, questo portò
qualche brontolio da parte degli esperti jazz locali, che si domandavano
dell'effetto dei bianchi nordisti sulla loro musica, ma molti di essi furono
conquistati dal sincero impegno di Jaffe per la loro musica e per i loro
musicisti.
Benchè Jaffe non inventò la
Preservation Hall, la sua capacità di businessman contribuì a farla diventare
una Istituzione. Dai primi anni '70, persone di tutto il mondo andavano in
pellegrinaggio al 726 di St. Peter Str. Ad un certo punto, cinque diversi
gruppi della Preservation Hall erano in tour contemporaneamente.
Gli anni '80 furono un periodo
difficile per la band, con la morte di molti dei protagonisti, tra cui lo
stesso Allan Jaffe, che morì all'età di 51 anni nel 1986. Sandra lo sostituì
per un po', ma sapeva che la vera speranza della band era il figlio Ben.
Suonatore di tuba come il padre,
Ben Jaffe era cresciuto con la Pres Hall Band e rispettato non solo per la sua
eredità musicale. Dopo la sua laurea alla Oberlin nel 1993, ritornò in città,
per assumersi le responsabilità della sua famiglia, compresa la band.
Jaffe comprese che il gruppo
doveva cambiare un pò le cose.
Così iniziò a registrare molto di
più, a reclutare giovani musicisti provenienti da New Orleans e collaboratori
di fuori città, ed avviare progetti per celebrare e riconoscere la musica che
aveva definito il viaggio delle sua famiglia.
Non è un caso che nei suoi 50
anni come collettivo di lavoro, la Preservation Hall Jazz band abbia pubblicato
solo 19 album. Di questi, più della metà sono stati pubblicati dopo il 1994,
quando la band fu rilevata da Ben che allora aveva solo 22 anni.
Come ha scritto lo stesso Ben
Jaffe "Ho grande piacere, che una canzone che è stata interpretata,
reinterpretata ed eseguita per anni sia ancora fresca e nuova come il giorno in
cui è nata... E' qualcosa che fa la musica ... allungare il tempo, sovrapporre
tradizioni, cambiare la storia... La musica di New Orleans è piena di
significati... è vitale e piena di vita, può essere felice e gioiosa, può
essere triste e lugubre, non ha barriere linguistiche. Offre un messaggio
universale che noi, la Preservation Hall Jazz Band, portiamo con noi ovunque
andiamo."