Joel
Meyerowitz, nato nel 1938, è stato uno dei primi fotografi a utilizzare
pellicole a colori. Cominciò a fotografare negli anni Sessanta, dopo
un’esperienza come art director e ispirato dalle fotografie di Robert
Frank. Nonostante il colore nelle fotografie fosse comparso già nella seconda
metà dell’Ottocento, circolava ancora molta diffidenza sul tema: le difficoltà
tecniche e gli anni trascorsi a scattare in bianco e nero avevano abituato la
visione alla scala di grigi, sia da parte delle persone comuni che tra gli
addetti ai lavori. Meyerowitz comprese però la potenza comunicativa dei colori
e trasformò il colore in linguaggio.
La macchina
fotografica di piccolo formato (35 mm) permise a Meyerowitz di attraversare New
York e comportarsi come un vero e proprio street photographer,
registrando piccoli eventi casuali, dettagli minimi e rivelatori, volti e
paesaggi urbani.
L'uso pionieristico del colore rende Meyerowitz uno dei più rappresentativi esponenti della New Color Photography degli anni ’60 e ‘70, insieme a William Eggleston e Stephen Shore che lo avvicinarono al grande formato fino ad arrivare all’importante lavoro che realizzò dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Ha
collaborato con diversi importanti
autori – come Garry Winogrand, Tony Ray-Jones, Lee Friedlander, Tod Papageorge
e Diane Arbus – e tenne diversi corsi di fotografia.
"Presi in prestito una macchina fotografica, uscii fuori per le strade di New York, e da allora non mi sono mai più guardato indietro"
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