Papillon - 1973
Nel 1931 il francese Henri Charriere detto Papillon (per via di una farfalla tatuata sul torace) viene condannato ai lavori forzati per un omicidio,
del quale si proclamò sempre innocente e fu imprigionato nel bagno penale
della Guyana Francese.
Dal momento della prigionia c’è una sola idea che occupa la
mente di Papillon: l’evasione, il riappropriarsi di quella libertà di cui era
stato privato e la vendetta verso coloro che avevano condannato la sua vita.
Era questo che la Francia dell’epoca riservava a tutti
quelli di cui voleva disfarsi: il bagno penale della Guyana e le Isole della
Salute, i lavori forzati, l’annientamento fisico e soprattutto psicologico dei
condannati dove l’80% moriva durante il primo anno.
Tentò la prima fuga appena 42 giorni dopo essere
arrivato nella Guyana Francese.
Venne riacciuffato e in tredici anni di prigionia
tentò nove fughe.
L'ultima evasione, dall'isola del Diavolo,
lo portò fino in Venezuela, dove riuscì a stabilirsi, e a vivere da uomo libero
al fianco della sua compagna Rita.
Nel 1967
un terremoto distrusse il night club che aveva aperto a Caracas
(Venezuela) e questo fatto lo spinse a scrivere un libro sulle sue memorie.
Dal libro è tratto l'omonimo film,
del 1973, interpretato magistralmente da Steve McQueen
e Dustin Hoffman. Un film incentrato non solo sulla libertà come condizione essenziale di vita, ma anche sul rispetto per la dignità umana come valore, su qualsiasi soggetto sia indirizzata, in questo caso i deportati nella prigione della Guayana, una delle più crudeli della storia.