L’uomo che non c’era - Joel & Ethan
Coen
"La vita mi ha servito delle mani perdenti, o magari non le ho
sapute giocare, chissà..."
Ed Crane non parla molto.
Si limita ad osservare in silenzio la vita che trascorre davanti a lui indifferente.
Nessuno ricorda il suo nome.
E' solo un barbiere. E questa sarà la sua condanna ad un'esistenza mediocre, in una società che abortisce l'uomo qualunque quale legno storto dell'umanità che stenta a conquistarsi un ruolo.
Ha una moglie troppo presa da sé e dai suoi tentativi di fare carriera nell'emporio in cui lavora e dove ha stretto una relazione con Big Dave.
Ed Crane annusa la possibilità di dare nuovo corso alla sua vita quando a tagliare i capelli nel suo negozio arriva un truffaldino in cerca di un investitore che finanzi il suo rivoluzionario progetto nel lavaggio a secco. Ed decide di mettersi in affari con l'imprenditore dalla capigliatura posticcia e per procurarsi la cifra richiesta ricatta, attraverso una lettera anonima, Big Dave, paventandogli il rischio di svelare l'adulterio (con sua moglie) se non avesse pagato.
Big Dave paga, contraffacendo i libri contabili dell'emporio, ma scoprirà che è stato lo stesso Ed a ricattarlo e deciderà di incontrarlo.
Da lì niente sarà come prima.
I fratelli Coen si cimentano in quello che sanno fare meglio: raccontare la contropartita che il fato riserva a chi cerca di fuggire dall'apatia della propria quotidianità, nell'aspirazione utopica alla vita esatta.
Il film è inserito in un bianco e nero sapientemente luminoso, configurandosi come un omaggio alla tradizione noir.
La fotografia ci immerge in atmosfere sulfuree dai rivoli retrò e i cui rimandi espressionisti parlano al passato.
I Coen ci mettono davanti, attraverso il loro dark humour, il trionfo del nichilismo, in cui i personaggi incarnano il vuoto dell'anima che ha perso un sistema di riferimento valoriale.
Pur nella assurdità del reale, e nella concatenazione di eventi sfavorevoli che colpiscono chi tenta goffi riscatti sociali, i Coen non si lasciano vincere dal pessimismo cosmico, ma lanciano messaggi positivi e di speranza.
Così, in questo caso, il protagonista ci rassicura che in una dimensione altra potrà incontrarsi con la moglie "e dirle tutte quelle cose che qui non hanno parole".
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