mercoledì 21 agosto 2013




Charlie Patton


Nacque il 1° maggio 1891 vicino Bolton, nella campagna collinosa tra Jackson e Vicksburg.
Nel 1905 tutta la famiglia si trasferisce nell’enorme piantagione di Dockery, nel Delta, dove alla fine degli anni 20 il padre riuscì ad acquistare alcuni acri di terreno, così da poter aprire una propria attività.
Charley avrebbe potuto aiutare suo padre nello sviluppare questo progetto, ma avrebbe significato per lui accettare quello status quo che non era possibile togliersi di dosso nel Delta, cioè di appartenere ad una casta sociale inferiore in quanto nero, indipendentemente dalle proprie capacità. Charley voleva sentirsi un uomo libero, più libero di suo padre.
Cercando la libertà, Patton decise di diventare un musicista errante.
 Il raggio dei suoi viaggi non conosceva fine, dalla Georgia al Texas, da New Orleans attraverso Memphis, S.Louis fino ad arrivare alla lontana Chicago.
Riuscì ad accumulare una discreta fortuna, si sposò almeno 8 volte, sempre circondato da ragazze e condusse una vita generalmente adagiata.
Patton era noto per le sue qualità di intrattenitore.
Le sue performance erano molto vivaci, non era raro difatti che suonasse la chitarra in ginocchia, o dietro la schiena e a volte, girava la chitarra e usava il retro di essa come tamburo, suonava inoltre in modo molto forte ed era di grande effetto nelle esibizioni dal vivo.
Riusciva a riempire tutti i locali in cui suonasse e la sua irrequietezza lo indusse a essere gettato fuori di più di una piantagione semplicemente perché i lavoratori avrebbero lasciato incustodite le colture per ascoltarlo mentre suonava.
Ha incarnato la prima immagine del musicista dannato e maledetto: finì più volte in carcere, libertino, cafone, facile da provocare, in grado di mangiare massicce quantità di cibo e ingurgitare liquori.
Patton incominciò a registrare solo nel 1929 (attività che terminò nel '34) anche se la sua attività incominciò, come abbiamo visto molto prima.
Nel luglio del '29 la Paramount rilasciò il brano Pony Blues, che ottenne uno straordinario successo.
Nonostante fosse di corporatura minuta aveva un'incredibile estensione vocale.
La sua voce roca, corrosa dalle sigarette, inzuppata nel whisky, conferiva alle ballate una drammaticità unica nel suo genere.
Ma andò oltre gli usuali temi blues delle relazioni d’amore e dei viaggi, infatti cantava anche di eventi dei quali era stato testimone o a cui  aveva partecipato.
Nelle sue canzoni egli trattava la sua vita e le sue osservazioni come notizie, credendo che sarebbero state considerate interessanti dagli altri: arresti di amici, omicidi all’interno di locali notturni, incidenti ferroviari, le inondazioni del Mississippi, fatti di tutti giorni che si svolgevano all’interno delle piantagioni, relazioni clandestine con donne di altri, tutto questo era materiale per le canzoni di Charley Patton.
La vità dissennata minò ancora di più il cuore già malato che si spense nel '34 ad Indianola, Mississippi.
Senza dubbio, il padre del Delta Blues.









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