Dopo una vita passata a suonare in una band bluegrass e comporre per altri, nel 2015 a 37 anni tocca il successo con il suo esordio “Traveller”, superbo disco di country-rock salito in vetta alle classifiche e vincitore di un paio di Grammy. Torna oggi, dopo due anni, con “From a room volume 1” (il secondo volume uscirà a fine anno), un disco che non ha la classica “forma” del seguito dell'esordio multi-platino. Sono nove canzoni dalla struttura ancora più semplice.
In “Broken Halos”, canzone che apre il disco, Stapleton parla di perdita e di redenzione, tra lo spirituale e il terreno, a cui fa seguito l'unica cover della raccolta (“Last thing I needed, First thing this morning” successo del 1982 di Willie Nelson), e basterebbero queste due tracce per capire fin da subito il livello altissimo di questo lavoro. Perché Stapleton è proprio bravo. La voce innanzitutto, una delle più belle e complete del panorama: straordinario baritono potente e agile, che può diventare un urlo di dolore e soffice quando amalgamata con quella della moglie Morgane che lo accompagna in gran parte delle tracce.
In un momento storico in cui i grandi nome del country si avvicinano sempre più a sonorità pop rock, il barbuto del Tennessee continua per la sua strada. Ma non ci sono solo ballate country in questo “From a room: volume 1”: “Them stems” è un rock blues che potrebbe essere uscito dalla miglior coppia Jagger-Richards e “Second one to know” è puro rock sudista. E pure con la chitarra Stapleton ci sa fare.
Non c'è molto altro da dire: “From a room: volume 1” è un raccolta di canzoni genuine e ben scritte, che partono dal country e arrivano dritte al cuore e alle orecchie di chi le ascolta. Non vediamo quindi l'ora di ascoltare il secondo volume.
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