martedì 24 marzo 2015

Piccolo, Grande Aaron


Film ispirato dal  romanzo di formazione di A.E. Hotchner,  ambientato nella St. Louis del 1933
dove un dodicenne vispo con fratellino a carico si mantiene a galla, mentre la mamma si trova in sanatorio e il babbo parte per un lavoro fuori città.
Un viaggio costellato di personaggi pittoreschi (l'epilettica, la maestra materna, Lester il buon delinquente, il poliziotto razzista, il crudele fattorino), perfettamente incastonati a mosaico in una serie di quadretti tragici o spiritosi, amari o affettuosi, dove l'inventiva e la classe si sposano a meraviglia. 


L'allegoria associa il superamento della crisi da parte di un ragazzo coraggioso, ricco di calore e fantasia, al sorpasso delle difficoltà insite in un preciso periodo storico americano.
La Grande Depressione vista con occhi infantili e l’ambientazione  di un America da cartolina d'epoca.



martedì 10 marzo 2015

Fred Herzog


Costretto ad evacuare da Stoccarda durante il bombardamento aereo della seconda guerra mondiale e morti i  genitori, abbandonò la scuola e trovò lavoro come marinaio.
Emigrò in Canada nel 1952 vivendo per un breve periodo a Toronto e Montreal fino a trasferirsi a Vancouver nel 1953, dove la passione per la fotografia si trasformò in professione.
Il suo lavoro si concentra principalmente sulla quotidianità, la classe operaia, la città. 


Ha lavorato principalmente con pellicola per diapositive (Kodachrome), ciò lo ha limitato nella capacità di esporre ed emarginato come artista durante gli anni 1950 e ’60, quando la maggior parte dei lavori esposti era in bianco e nero. Tuttavia, negli ultimi decenni ha ottenuto sempre più riconoscimento. Noto principalmente per le sue immagini di strada realizzate a Vancouver, i suoi lavori sono apparsi in numerosi libri e gallerie e fino ad oggi ha realizzato più di 80.000 fotografie.








domenica 1 marzo 2015

Anita O’Day




Impossibile condensare in poche righe una carriera durata ben settant’anni come quella di Anita O’Day, una delle più grandi cantanti nella storia del jazz e, soprattutto, personaggio votato alla perenne ricerca dell’autodistruzione ma, allo stesso tempo, traboccante di voglia di vivere, in una strabiliante serie di alti e bassi che non sono mai comunque riusciti a intaccare quello che, senza alcun dubbio, può definirsi come il tocco del genio.




Leggenda dell'era delle big-band, è stata l'unica bianca in grado di competere nelle acrobazie scat (tecnica di canto jazz usata per l'improvvisazione vocale che utilizza una quantità indeterminata di fonemi a scelta dell'interprete. Il cantante fa a meno del testo e inventa un suo particolare proto-linguaggio funzionale alle proprie invenzioni ritmico/melodiche).

Anita Bell Colton cambia il suo cognome negli anni '30  in O'Day (che in slang significa quattrini) e comincia a cantare nei  jazz club.
Dopo varie esperienze nello show biz, provini con le orchestre blasonate di Benny Goodman, che l'avevano giudicata inadatta al canto, entra finalmente nell'orchestra del batterista Gene Krupa, band leader di big band jazz ed esponente di primo piano dell'età del jazz, uno dei primi batteristi ad acquisire una vasta popolarità e con cui suonerà dal '41 al '42 .
Da ricordare il loro "Let me off uptown" che divenne un popolare successo.
Negli anni quaranta Anita venne eletta dalla rivista "Down Beat"come tra le prime cinque cantanti di big band.
Dotata di uno swing irresistibile, una pronuncia perfetta e un fraseggio conturbante, nel suo  periodo d'oro Anita sfoggiava humour e classe da regina.


Il grande successo arrivò alla fine degli anni '40.  Il suo album «Anita»,  elevò la sua  carriera verso uno stabile successo.
Lavorò con Louis Armstrong, Dinah Washington e Thelonious Monk. Anita O'Day è stata la più sofisticata e grande cantante  jazz di pelle bianca, l'unica che possa essere paragonata alle supreme Fitzgerald, Holiday e Vaughan. Tra i suoi successi più famosi vi  sono "Sweet Gorgia Brown", "Honeysuckle Ros", "And Her Tears Flowed Like Wine" e "Tea for  Two".

A Newport nel 1958 incantò tutti con la sua memorabile apparizione al Newport Jazz Festival immortalata nel film "Jazz On A Summer's Day" con le interpretazioni di "Tea For Two" e "Sweet  Giorgia Brown" .




La sua vita pero' non fu quasi mai serena. Piu' volte fu arrestata per possesso di  stupefacenti e per ubriachezza, tanto da essere ribattezzata la ''Jezabel del jazz”. 
E' stata poi un'innovatrice dello stile, prima artista a rinunciare all'abito da sera per le sue esibizioni e a indossare piu' semplicemente completi giacca, camicia e cravattino, i capelli raccolti, la gestualità  determinata, imporrà un'estetica assolutamente innovativa e provocatoria per i tempi,  rappresentando la negazione dello stereotipo femminile, tutta ancheggiamenti e seduzione,  tanto da far sospettare una sua celata omosessualità.  
Anita O'Day rivoluzionò il canto delle grandi orchestre, quando le cantanti erano incendiate dai solisti  della tromba e dal bopping insistente del piano, rimase attiva fino a tarda età.  
Il 23 novembre 2006 Anita morì nel sonno la notte del Giorno del Ringraziamento, in un ospedale di West Hollywood.