lunedì 9 maggio 2016

Miniera - Gianmaria Testa





Il brano scritto negli anni '30 è probabilmente ispirato alla grave tragedia nella miniera di carbone della Fairmont CV Company di Monongah, in West Virgina (USA). In questa città mineraria, nel 1907, una esplosione innescò una reazione a catena agevolata anche dai vapori di carbone, che si risolse in uno dei più gravi incidenti minerari di tutti i tempi. Ufficialmente le vittime accertate furono 362, ma secondo successive ricerche storiche dovrebbero essere rimasti uccisi nelle gallerie quasi 1000 minatori (956, secondo questi studi). Come in molti altri luoghi di fatica degli Stati Uniti, in vorticosa espansione economica ad inizio del secolo XX, buona parte dei lavoratori erano italiani (nella foto, alcuni di essi).
 I morti italiani accertati sono stati almeno 171, dei quali uno, di nome Giovanni Colarusso, aveva solo 10 anni, e non era presente per qualche casualità o errore, ma perché all'epoca in miniera e in altri lavori gravosi erano impiegati anche i bambini. Praticamente tutti i minatori italiani venivano da regioni del Sud, in maggior parte dalla Calabria, ma anche dagli Abruzzi e dal Molise. Per questo probabilmente la canzone parla di un "minatore bruno", emigrato o esiliato. Riguardo a quest'ultimo termine non è chiara la ispirazione, teoricamente nessun italiano era costretto all'esilio all'epoca per motivi politici, ma casomai all'emigrazione, per sfuggire alle ristrettezze economiche dell'arretrata economia italiana.



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