lunedì 16 maggio 2016

Lucio Battisti - Il mio canto libero




Il settimo album discografico di Lucio Battisti, pubblicato nel novembre 1972, estende gli orizzonti della canzone tanto dal punto di vista musicale quanto dal punto di vista lirico e tematico, e si rivela uno dei lavori-cardine della sua carriera, il disco in cui la coppia Battisti-Mogol raggiunge una simbiosi perfetta e un'unità di intenti totale.
 L'amore è ancora il tema portante, ma viene indagato sotto differenti prospettive: centrale diviene il tema della libertà dell'individuo, e si insiste sui risvolti psicologici più complessi del rapporto uomo-donna. Dal punto di vista musicale, Battisti si conferma autore di grandissimo talento e soprattutto grande stratega della melodia: "Suono per ore finché mi accorgo di aver messo insieme una melodia e attorno a questa trama lavoro finché non mi accorgo di aver trovato il motivo giusto".


L'introduzione di archi, diretti da Giampiero Reverberi, apre il lavoro con "La luce dell'Est", brano fra i più riusciti di tutto il suo repertorio,che parla di amore senza confini, di viaggi, di allontanamenti, che dispensa, in un crescendo di violini, uno dei ritornelli più memorabili dello stivale.
Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi è un altro caposaldo della discografia battistiana è l’invito a lasciarsi andare all’amore, perché, anche se il passato è doloroso, uno scoglio non può arginare il mare.


Ma non mancano altri pezzi di grande qualità: "L'aquila" (già interpretata da Bruno Lauzi), che svela ancora una volta l'anima hippie-ecologista della coppia, "Vento nel vento" (forte di un testo stupendo e di un'interpretazione al solito eccezionale per intensità e pathos), nonché,la title track. "Il mio canto libero" è un pezzo dall'anima soul, costruito su di una melodia in crescendo particolarmente riuscita ed emozionante: rimarrà uno dei suoi capolavori, uno di quei pezzi che hanno veramente innalzato la canzone melodica italiana al rango di arte superiore.





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