sabato 4 maggio 2013



Otis Gibbs


Racconta di avere piantato oltre 7.000 piante, avere dormito nelle "Giungle Hobo", camminato con i pastori nomadi sui monti della Carpazia, di essere stato perquisito da "poliziotti infedeli" a Detroit e di essere schedato da parte della FBI. Ma anche di avere suonato a raduni sindacali nel Wisconsin, proteste anti-guerra in Texas, Austria e nella Repubblica Ceca e festival musicali in tutto il mondo. Negli ultimi quindici anni ha girato gli Stati Uniti e il mondo per portare il messaggio della sua musica in ogni dove.
Ha trovato anche il tempo di realizzare almeno sei album, gli ultimi tre in modo quasi professionale, anche se, sempre, con pochi mezzi.
Il nostro amico fa della musica country, sia pure con mille sfumature mai troppo smaccatamente inquadrato nei parametri. Ci sono poi molte sfaccettature che contribuiscono al complesso della sua musica: la voce grave è di uno che ha vissuto, ha raccolto le sue esperienze, le ha metabolizzate e le ha fatte divenire canzoni.
Una capacità melodica rare anche tra i suoi colleghi migliori, una scrittura semplice ma raffinata che ingloba tra le sue influenze "nascoste" il boom chicka boom di Johnny Cash, lo swamp rock delle paludi dei Creedence, le piccole storie dell'America di Steve Earle, lo spirito di Woody Guthrie.



"Quindi la musica indipendente e i musicisti hanno un ruolo importante nella società?
Penso proprio di sì, è l'idea del piccolo businnes che è molto importante e della vicinanza alle persone. È lo stesso principio che differenzia le grosse catene commerciali di qualsiasi tipo, pensa a Starbucks in America, dalle piccole attività. A me ad esempio non piace comprare delle cose in posti così anonimi, io voglio comprare qualcosa dalla gente che in qualche modo crea quell'oggetto; tu compri direttamente da chi ha creato quello, paghi qualcosa che il negoziante ha fatto o vende al meglio delle sue possibilità."





"È difficile portare avanti questo tipo di vita?
A volte sì, a volte no … è ciclica la cosa. Sei continuamente "su e giù", oltre che dai treni, anche a livello economico … a volte è dura, a volte no. Lo stesso per i viaggi a volte non sono assolutamente confortevoli, a volte invece i soldi sono abbastanza per viaggiare comodamente."



Nessun commento:

Posta un commento