venerdì 9 marzo 2018

Mudbound



Tratto dal romanzo omonimo di Hillary Jordan del 2008 e adattato per il grande schermo dalla stessa regista Dee Rees e dal produttore e sceneggiatore televisivo Virgil Williams, Mudbound è la storia di due famiglie unite da un pezzo di terra e da destini comuni, ma divise dal razzismo tipico del Mississipi rurale degli anni '40. L'ottimo scrittura fa largo uso di bellissimi e intensi voice-over con cui ci presenta un po' alla volta i tanti protagonisti di questo melodramma corale dal crescendo drammatico particolarmente potente ed efficace: se fin dall'inizio colpisce la cura e la realizzazione di ogni singola scena è solo con il dipanarsi della storia e degli intrecci che emerge l'importanza e la forza della pellicola.



Un dramma fluviale e corale ambientato negli States degli anni '30 e '40 che offre una raffinata e credibile ricostruzione d'epoca e finisce per trattare diverse tematiche sociali, dalla segregazione razziale ai tempi ancora ben più che discriminante alle condizioni dei reduci di guerra dopo il ritorno a casa. Il tutto costruito su una messa in scena precisa e raffinata in cui le dinamiche tra i numerosi personaggi principali si agitano con i giusti tempi e modi. La vicenda assume via via toni sempre più intensi e controversi e la forza dei legami, sia positivi che negativi, tocca via via sempre più sfumature fino all'escalation finale, già intuibile dal prologo che non fa presagire nulla di buono. 


Tutti in Mudbound sono vittime di un crudele destino e di un aspro contesto, geografico e sociale, che non perdona. E tutti gli attori sono perfetti nel mostrarci le ferite di questi personaggi, ma anche la loro fierezza: sarà probabilmente la sorprendente performance di Mary J. Blige a farsi notare di più, ma tutti i colleghi - a partire da Carey Mulligan, Jason Clarke e Garrett Hedlund per finire con Jonathan Banks, Jason Mitchell e Rob Morgan - non sono assolutamente da meno.
Perché sebbene la tragedia si nasconda dietro ad ogni angolo, sebbene non si possa che condannare e guardare con orrore alcune sequenze davvero forti, è chiaro fin dall'inizio che qui il vero nemico, il vero cattivo, è solo uno: l'America stessa


Non c'è retorica in Mudbound, non c'è neanche davvero una critica vera e propria, c'è solo la volontà di rappresentare una situazione purtroppo vera che può vedere coinvolte persone comuni, persone che si trovano loro malgrado ad affontare una vita diversa da quello che si aspettavano. Ed accettare che i sogni e le speranze non sempre si avverano, a volte finiscono coperte dal fango
 
 



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