giovedì 24 novembre 2016

Animali notturni



“Credimi, il nostro mondo è molto meno doloroso del mondo reale”


Tom Ford, stilista e imprenditore della moda, torna sul grande schermo con il suo secondo film  a sette anni dal suo esordio A single man.
 La protagonista del film è una gallerista di Los Angeles insoddisfatta nonostante i successi sul lavoro perchè la sua vita privata è un fallimento. Mentre il marito è via per l’ennesima volta, il suo ex le manda un manoscritto invitandola a leggerlo. Susan si immerge nel romanzo, un thriller cupo e drammatico, e capisce tramite questa storia nella storia, cosa ne è stato del suo grande amore di un tempo. 


Nel ruolo di Susan c’è Amy Adams, mentre Jake Gyllenhaal interpreta sia l’ex marito sia il protagonista del romanzo Tony, accanto ai notevoli Michael Shannon e Aaron Taylor-Johnson. La fotografia è di Seamus McGarvey mentre la musica è del compositore polacco Abel Korzeniowski, allievo del grande Krzysztof Penderecki, che aveva già lavorato in A single man.
La storia di Tony avrebbe potuto essere scritta da Cormac McCarthy e non solo per l’ambientazione nei territori di quella oscura e minacciosa terra del sud del Texas, lungo le interminabili highway che scorrono in mezzo al nulla, ma anche per la carica di violenza repressa che esplode improvvisamente.


Ford è riuscito a descrivere con efficacia palpitante quella impenetrabile inquietante oscurità e la ostile presenza umana che sembra confondersi con la selvaggia pianura che si stende senza confini. Così tanto muscolare la vicenda della frontiera, così tanto trattenuta quella di Susan che riflette sui propri errori, sulla propria vita, rimpiangendo il passato e le sue scelte sbagliate e dando forma, alle conseguenze di quelle decisioni.


Le sensazioni che ti lascia il film sono incredulità e confusione che vanno di pari passo in tutta l’opera, e si avvinghiano in un finale che, gelido, trapassa lo spettatore come una lama. Si resta attoniti di fronte al dipanarsi degli eventi, mentre si sciolgono gli intrecci narrativi rimane legato quel nodo alla gola che non può non intaccare l’animo dello spettatore.
In tutto questo e in molto altro emerge e si consacra il talento di Tom Ford, che non trascura nulla, mettendo sullo stesso piano l’estetica di cui è Maestro, assecondata da una scenografia e una fotografia pungente ed efficace, ed una regia cinica ed acuminata.


 

 


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