domenica 11 settembre 2016

Steve Young - Primal Young




Steve Young, è sulla breccia da più di trenta anni. Il suo stile di folksinger-country  non è mai stato contaminato e, dopo anni di silenzio, dopo una serie di lavori svogliati, dopo essere praticamente scomparso, dopo essere andato in Nord Europa, dove la sua musica è sempre apprezzata, riappare con un disco che ci lascia bocca aperta.
Sì, Primal Young, è il suo disco più bello, di sempre. Meglio di Rock Salt & Nails ('69), Seven Bridges Road ('72), dei due celebrati album su RCA (Renegade Picker e No Piace to Fall, 76 e 77). Primal Young è un disco intenso, profondo, personale, in bilico tra folk e country, blues, rock e gospel, suonato con pochi ma misurati strumenti e cantato con una passione che non si ritrovava in lui da anni.
A 58 anni Young ha costruito il suo capolavoro, il suo testamento musicale, il disco da portare sull'isola deserta. Inatteso perché ormai lo consideravano un minore, uno che si era adagiato a fare il loner sia per mancanza di vantaggiosi contratti discografici, che per pochezza di stimoli. Una serie di dischi onesti, ma niente di più. Poi, come fulmine a ciel sereno, ecco Primal Young


Questa è musica d'altri tempi, musica vera, con radici profonde nel folk, e nel blues, nel rock'n'roll, nel gospel e nel country: musica scevra da compromessi, cantata e suonata con una passione straordinaria.Young da il meglio di sé sia come vocalist che come chitarrista, oltre come compositore. Il disco, elettroacustico, è un omaggio alla musica tradizionale americana, ed ha dalla sua un suono splendido, grazie anche alla curatissima produzione di JC Crowley ed ai musicisti sopracitati.
Jig è una ballata tradizionale, ma è di Steve, in cui melodia e nostalgia vanno di pari passo: la ritmica morbida, la pedal steeel, la fisarmonica ed violino creano un tappeto perfetto, e la voce, forte e motivata, domina. Il crescendo, di voce e strumenti, è tanto semplice quanto coinvolgente. Scotland is a Land ha il sapore delle folk ballads tradizionali nord europee, ma filtrata attraverso un suono di matrice americana: l'uso della fisarmonica (Parks) e del violino (Eastman), nobilitano l'intensa melodia. Worker's Song (Handful of Heart) è una folk song di grande impatto: andatura epica, crescendo continuo, melodia potente. 


Young richiama Woody Guthrie ma anche cantautori folk come Richard Thompson. Il brano cresce nota dopo nota, la voce si fa sempre più forte, la musica più profonda. East Virgina è un folkbluegrass (scritto da Steve) che assomiglia ad un brano tradizionale. Pochi strumenti, solo una manciata di chitarre ed il fiddle, tempo veloce, e voce che si distende sulla melodia senza tempo. Blackland Farmer è un classica canzone country, venata fortemente di nostalgia. Il suono è caldo, la base piena, con il violino e la pedal steel (Monnett) che stemperano le loro vibrazioni dietro alla voce forte e sicura.
 The Year That Clayton Delaney Died è un country blues sapido tratto dal repertorio di Toni T Hall: versione semplice, suonata in punta di dita, e cantata con il cuore in mano. Lawdy Miss Clawdy era, a tempo, un rock'n'roll eseguito dal nero Lloyd Price (ma l'ha interpretata anche Elvis Presley).
Young si inventa una versione personalissima, rallentando al massimo il tempo e facendola diventare quasi un valzer old fashioned, cantato con voce distesa e suonato alla maniera texana, languido ma senza essere molle. Una rilettura intrigante. Lo stesso si può dire per Sometimes I Dream di Merle Haggard che il nostro interpreta completamente da solo: la country song diventa una folk ballad triste, profonda, interiore. Un lamento notturno, da sentire ad occhi chiusi sognando foreste a perdita d'occhio e immense pianure verdi, solcate da fiumi generosi. Heartbreak Girl è un tuffo nella nostalgia. Lenta, sinuosa, avvolgente, è una struggente country song puntualizzata dalle voci e dalla steel guitar, con le chitarre che fanno da cornice e la melodia che si libra nell'etere. 


No Longer Will My Heart Be Truly Breaking riprende il tema della canzone precedente, con un drumming native american style, una voce sospesa, e gli strumenti che stazionano in attesa di un esplosione che non avverrà mai. Chiude la folk song Little Birdie, piccolo gioiello incastonato in una collana preziosa. Steve Young non ha mai inciso un disco di tale bellezza. E questa, dopo una onorevole carriera, è certamentre la sua opera più personale e compiuta. L'opera di un grande artista.




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