lunedì 30 gennaio 2017

Fur - Un ritratto immaginario di Diane Arbus





Un passaggio. Una trasformazione. Quella di Diane Arbus da madre di famiglia&moglie in artista. Fotografa, per la precisione. Nell'America degli anni Cinquanta, l'autonomia della donna è ancora molto limitata. Sono i ruoli che la società le impone ad avere importanza. Diane, infatti, aiuta il marito (fotografo) nella sua attività. Cambia i rullini, veste le modelle, sistema le macchine fotografiche. Figlia di genitori ricchi, Diane ha messo da parte interessi e progetti per badare ai propri figli e assistere il marito nel suo lavoro.
La fotografia è ancora finzione, commercio, falsificazione della realtà a scopi commerciali. La fotografia è pubblicità. Quella delle pellicce della famiglia di Diane.


La svolta narrativa arriva quando nel palazzo dove vive viene ad abitare un nuovo inquilino. Mobili strani e misteriosi portati su per le scale, lo sguardo di Diane che li segue e poi un uomo mascherato. Mistero che attrae, la donna inizia a interessarsi al nuovo venuto. L'unico contatto fino adesso è stato visivo, Diane su un balcone e l'uomo mascherato per strada. I loro occhi si sono incontrati.La musica che arriva dal condotto dell'aria, una matassa di peli nelle tubature, tutto questo porta Diane a prendere coraggio, tirare fuori la vecchia macchina fotografica e salire dall'uomo per scoprire chi egli sia.
La conoscenza di Lionel aprirà a Diane tutto un nuovo mondo. Un'apertura verso pulsioni e piaceri oscuri, uomini e donne deformi, nani e travestiti, un'umanità costretta a nascondersi dal cosiddetto mondo normale. Lo stesso Lionel è un freak, colpito da una strana malattia.Tra i due nascerà un'amicizia che poi sfocerà nell'amore, un legame capace di rimettere in discussione tutte le certezze della donna e a spingerla a trasformarsi in una fotografa che attraverso il suo mezzo espressivo riuscirà a dare nuova luce e direzione alla propria vita.


Un passaggio, una trasformazione. La fotografia diventa ricerca, provocazione, rottura degli schemi.


Un passaggio. Una trasformazione. Quella di Diane Arbus da madre di famiglia&moglie in artista. Fotografa, per la precisione. Nell'America degli anni Cinquanta, l'autonomia della donna è ancora molto limitata. Sono i ruoli che la società le impone ad avere importanza. Diane, infatti, aiuta il marito (fotografo) nella sua attività. Cambia i rullini, veste le modelle, sistema le macchine fotografiche. Figlia di genitori ricchi, Diane ha messo da parte interessi e progetti per badare ai propri figli e assistere il marito nel suo lavoro.
La fotografia è ancora finzione, commercio, falsificazione della realtà a scopi commerciali. La fotografia è pubblicità. Quella delle pellicce della famiglia di Diane.
La svolta narrativa arriva quando nel palazzo dove vive viene ad abitare un nuovo inquilino. Mobili strani e misteriosi portati su per le scale, lo sguardo di Diane che li segue e poi un uomo mascherato. Mistero che attrae, la donna inizia a interessarsi al nuovo venuto. L'unico contatto fino adesso è stato visivo, Diane su un balcone e l'uomo mascherato per strada. I loro occhi si sono incontrati.La musica che arriva dal condotto dell'aria, una matassa di peli nelle tubature, tutto questo porta Diane a prendere coraggio, tirare fuori la vecchia macchina fotografica e salire dall'uomo per scoprire chi egli sia.


La conoscenza di Lionel aprirà a Diane tutto un nuovo mondo. Un'apertura verso pulsioni e piaceri oscuri, uomini e donne deformi, nani e travestiti, un'umanità costretta a nascondersi dal cosiddetto mondo normale. Lo stesso Lionel è un freak, colpito da una strana malattia.Tra i due nascerà un'amicizia che poi sfocerà nell'amore, un legame capace di rimettere in discussione tutte le certezze della donna e a spingerla a trasformarsi in una fotografa che attraverso il suo mezzo espressivo riuscirà a dare nuova luce e direzione alla propria vita.
Un passaggio, una trasformazione. La fotografia diventa ricerca, provocazione, rottura degli schemi.



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