mercoledì 12 novembre 2014



 Townes Van Zandt


L'impronta lasciata da Townes Van Zandt sul terreno del songwriting, texano in particolare e nord americano in generale, è davvero importante. Van Zandt incarna un archetipo di folksinger dove radici country e blues s'innestano nella figura del 'loner'. Legato a Lightnin' Hopkins, innamorato del talkin' blues, narra le sue storie fatte di immagini quotidiane, con una strumentazione essenziale, arrangiamenti lievi, a volte asciutti, scarni,  ma i risvolti emotivi e lirici della sua musica e della sua poetica, pure attraverso elementi così rigorosi, colpiscono profondamente.

   
Townes Van Zandt nasce a Fort Worth, Texas, nel 1944. Il padre, uomo d'affari nel settore degli oli lubrificanti, gira l'America per lavoro e la famiglia lo segue: Colorado, Montana, Minnesota, Illinois prima di tornare in Texas. Van Zandt si divide fra Houston e Austin.
Le prime apparizioni in pubblico risalgono alla metà degli anni '60, i clubs si chiamano Sand Mountain, Jester Lounge e Old Quarter dove spesso suona insieme al suo amico Guy Clark. La scrittura folk, influenzata da Hank Williams, Lefty Frizzell (la più bella voce della storia della musica country) e dal bluesman texano Lightnin' Hopkins (del quale conserverà parecchi classici in repertorio) rispecchia il suo carattere schivo e riservato ma lascia spazio anche a visioni solari e positive. Dal 1968 -anno di pubblicazione di For The Sake Of The Song-  al 1973  registra sei dischi, tutti per la Poppy Records. Sarà l'unico periodo in cui inciderà regolarmente album di studio, certamente il  più importante dal punto di vista musicale insieme al biennio 1977/1978. Il suo talento si è orientato definitivamente verso una poetica malinconica e disillusa tratteggiata delicatamente su un tessuto sonoro che tinge di blues il country texano, talvolta arricchito da atmosfere 'border' (esemplificate ad esempio in Poncho & Lefty) e da sobri arrangiamenti che attribuiscono alla sua musica un lirismo ed un pathos indiscutibili. Illuminanti in questo senso High, Low And Between (1972) e The Late Great Townes Van Zandt (1973).


Townes Van Zandt è ormai considerato in Texas come il punto di riferimento di quella corrente  di cantautori che comprende fra gli altri i vecchi amici Guy Clark e Jerry Jeff Walker, Willis Alan Ramsey e Ray Willie Hubbard. Abita in mezzo ai boschi in una casa di legno da lui stesso ristrutturata ma la sua esistenza è segnata da continue crisi depressive che lo portano a tentativi di suicidio, dall'alcolismo e dall'uso di droghe. Nel 1976 Emmylou Harris include Poncho & Lefty nell'album Luxury  Liner (la stessa canzone nel 1983 sarà n. 1 delle classifiche country nell'interpretazione di Willie Nelson e Merle Haggard) ed il  nome di Van Zandt inizia a girare con una certa insistenza anche fuori dai confini degli States senza tuttavia mai conoscere il successo commerciale.
Tre anni di inattività prima di tornare al lavoro per merito di John M. Lomax III, suo manager dal giugno del 1976, che gli restituisce fiducia e stimoli. Townes Van Zandt si sposta a Nashville, firma per la Tomato Music Company, etichetta indipendente di NewYork,  e nel luglio del 1977 realizza Live At The Old Quarter, Houston, Texas doppio album completamente acustico registrato nell'estate del 1973. Il disco è  la summa delle sue esperienze artistiche che lo consacrerà definitivamente come uno dei più grandi e rispettati folksinger della sua generazione. Sogni, visioni, dolci ballate, talking blues si alternano legati da un sottile sense of  humor in un coinvolgente dialogo con il pubblico.


L'anno successivo Van Zandt rientra in sala per registrare il suo più bel disco di studio Flyin' Shoes. L'album, inciso a Nashville, è splendidamente prodotto da Chips Moman. L'ineccepibile lavoro degli strumentisti, scelti personalmente da Van Zandt, gli arrangiamenti delicati e fluidi, la voce evocativa e ispirata regalano un suono carico di dolcezza e sensibilità che si distende in canzoni indimenticabili.
Durante gli anni '90 la sua discografia si arricchirà soprattutto di album live (non tutti imperdibili) segno inequivocabile del sopravvento dei demoni che lo hanno continuamente perseguitato, sulla sua vita interiore. Del resto gli spettacoli dal vivo saranno in questi tempi la sua principale fonte di sostentamento economico.
Van Zandt muore tragicamente d'infarto il primo giorno del 1997 nella sua casa di Mt. Juliet nel Tennessee (per uno strano caso lo stesso giorno, nel 1953, era scomparso uno dei suoi idoli, Hank Williams).
Un suo degno discepolo può cessere considerato Steve Earle che a proposito di Townes si è espresso in questi termini:"Townes Van Zandt is the best songwriter in the whole world and I'll stand on Bob Dylan's coffee table in my cowboy boots and say that".



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